"Distinguiamo
l'embrione dal pre-embrione!" È quanto espresso recentemente da
numerosi studiosi e ricercatori su una nota rivista scientifica 1). In questa
pubblicazione è ripetuto in cento modi diversi, che l'embrione precoce
fino al 14° giorno (cioè il pre-embrione) non merita il rispetto
che, invece, è da attribuire all'embrione più avanzato o all'organismo
umano fuori dell'utero materno. Il pre-embrione è stato analizzato, guardato,
osservato, rigirato, sezionato, ma non c'è nulla da fare. Non è
stata trovata nessuna prova che possa dimostrare che l'origine della vita umana
sia "qualcosa" che meriti il nostro rispetto.
Insomma, nessuna traccia di persona umana. Le sentenze sono dimostrate scientificamente:
"Non è differente da una cellula dell'epidermide", e quindi
"Il modo in cui trattarli è questione di azione politica, non di
obbligo morale". E ancora: è inutile farsi dei problemi sulla sperimentazione
sugli embrioni, perché "l'embrione iniziale ... quanto a vita mentale,
non ha più consapevolezza di una pianticella di lattuga". Insomma
l'embrione fino al 14° giorno sarebbe unicamente materiale biologico composto
di poche migliaia di cellule e nient'altro. Mi sorge un dubbio: ma se facessero
a pezzettini piccoli piccoli un uomo adulto, razionale, cosciente, con capacità
di formulare un pensiero, che cosa troverebbero se non cellule, molecole ed
acqua ...? Il problema è che si sta ricercando la dignità dell'uomo
con il microscopertine/copio.
14 GIORNI? NO, FORSE 25. C'È CHI DICE UN MESE ... MA DOPO LA NASCITA
Non fraintendiamo. "Il pre-embrione é vita umana"
- risponde il moralista Maurizio Mori. Si tratta quindi di esseri umani appartenenti
alla specie Homo sapiens, "ma non sono individui umani o meglio non sono
persone". Ma quando allora l'uomo diventa uomo? La decisione più
alla moda di questi tempi è far coincidere la nascita di un individuo
con l'apparizione della struttura embrionale detta stria primitiva. Ma le mode,
si sa, cambiano rapidamente. Infatti, i precursori delle preziose cellule neuronali
interessanti per la ricerca e la messa a punto di nuove terapie, sono presenti
solamente a partire dal 25° giorno, cioè quando secondo queste teorie
l'embrione è già persona. Gli interessi imporranno di rivedere
la teoria e di spostare il limite di persona al 25° giorno? Continuando
per assurdo in questa direzione finiremo per abbracciare le tesi di Peter Singer,
moralista australiano, quando afferma che "l'appartenenza di un essere
vivente a una specie non è, di per sé, rilevante per determinare
lo status etico". Secondo il moralista australiano "Il connotato minimo
per riconoscere all'embrione una pretesa di considerazione è la facoltà
di provare dolore o piacere"; (questo avviene alla ventesima settimana).
Ma P. Singer è pronto a spostare il limite ulteriormente, quando afferma
che "l'immoralità intrinseca dell'uccidere il feto a uno stadio
avanzato di sviluppo e l'immoralità intrinseca di uccidere il neonato
non sono marcatamente differenti". "Preso in se stesso, il neonato
è un essere senziente privo di razionalità e autocoscienza"
e riconoscendo nella razionalità e nell'autocoscienza due criteri che
attribuiscono all'uomo la propria dignità, aggiunge: "Se ci dovesse
essere una legislazione in materia essa dovrebbe probabilmente negare un pieno
diritto alla vita per i bambini solo per un breve periodo dopo la nascita, forse
un mese". Ammiro la coerenza di P. Singer. In fondo, se non vogliamo riconoscere
la dignità della persona umana in tutte le sue fasi della vita, non vedo
perché l'apparizione di particolari strutture biologiche (stria primitiva),
la capacità di provare piacere e dolore o la semplice uscita dal grembo
materno debbano rappresentare dei cambiamenti così radicali nello statuto
etico della nuova persona.
UGUAGLIANZA TRA RICCHI E POVERI
Se l'uomo non è rispettato nella sua dignità allora i consigli
di Singer sono evidentemente applicabili anche a tutti quegli esseri che rappresentano
un peso sulle finanze della sanità pubblica. P. Singer per primo ritiene
"rispettoso" praticare l'eutanasia attiva sui neonati malformati.
Ma anche lo Stato americano dell'Oregon ha fatto un passo in questa direzione
assicurando il suicidio assistito a spese della mutua. L'eutanasia in vigore
in questo Stato dal 1994 era in pratica a beneficio unicamente di persone ricche.
"I ricchi possono già morire con dignità - ha osservato un
membro della Commissione statale per i servizi sanitari -; sarebbe discriminatorio
non concedere ai poveri la stessa possibilità". Per accedere a questo
"servizio" bisogna che la malattia terminale sia accertata da due
medici e che il paziente non abbia più di sei mesi di vita. La prossima
tappa sarà di dimostrare che la povertà che tocca 270 mila abitanti
dell'Oregon è una malattia terminale senza speranza di guarigione ...
PRATICHE DISUMANE? NO PRECISI INTERVENTI MEDICI, QUASI TERAPEUTICI
E non osate affermare che questa è la strada che conduce all'eugenismo,
o che la dignità della persona è calpestata. No! È solo
una nuova forma di umanità attenta alle sofferenze dell'uomo ... A quando
quindi la nuova sezione "Eutanasia clinica" all'interno delle facoltà
di medicina? Ovvero i mille modi per diventare specialisti del dolce morire.
Non è, infatti, così facile ammazzare in modo pulito e indolore
una persona. I condannati a morte rimasti in vita per alcune decine di minuti,
nonostante l'applicazione del trattamento, ne sono una triste conferma. Ma la
nuova medicina (o meglio "l'antimedicina", come alcuni già
la chiamano) grazie a raffinati sistemi computerizzati, a micidiali cocktails
farmacologici indolori e a porte chiuse al momento giusto, troverà sicuramente
la strada per praticare questa nuova scienza in camere asettiche, pubblicando
i risultati sulle più prestigiose riviste scientifiche; risultati ottenuti
con tutto l'impegno e il prodigarsi di corpi medici ed infermieristici specializzati.
Alla morte rapida del paziente potranno finalmente tirare un respiro di sollievo
ed affermare: "L'intervento è riuscito!" Povero Ippocrate,
c'è di che rigirarsi nella tomba.
NON SARA MAI RESO UMANO SE NON LO È STATO FIN DAL PRINCIPIO
Mai come oggi l'uomo ha avuto la possibilità di osservare e capire lo
sviluppo dell'essere umano fin dal suo concepimento, grazie all'apporto delle
scienze e della medicina che ci hanno fornito delle conoscenze preziose su quanto
avviene ad un essere vivente prima di nascere. Paradossalmente più avanzano
le ricerche e maggiormente perde valore la vita umana. La Chiesa cattolica cosa
dice?
"Dal momento in cui l'ovulo è fecondato, si inaugura una nuova vita
che non è quella del padre o della madre, ma di un nuovo essere umano
che si sviluppa per proprio conto. Non sarà mai reso umano se non lo
è stato fin da allora." 2)
"Questa dottrina rimane valida e viene peraltro confermata, se ve ne fosse
bisogno, dalle recenti acquisizioni della biologia umana ..." 3)
E ancora: "Anche se ci fosse un dubbio concernente il fatto che il frutto
del concepimento sia già persona umana, è oggettivamente un grave
peccato osare di assumere il rischio di un omicidio."2
Questa è la voce della Chiesa. Ma attenzione: non è il risultato
di complicate elucubrazioni teologiche, di lunghe discussione filosofiche o
di particolari rivelazioni divine; è il frutto di uno sguardo sull'uomo
attento e rispettoso. Uno sguardo inoltre arricchito dai dati provenienti dalla
scienza. Chiesa retrograda, chiusa su se stessa, che non sa guardare all'evoluzione
della tecnica? No! Solo tanto rispetto per l'uomo o se preferite ... tanto buon
senso.
Note:
1) L'embrione e la vita, a cura di Maurizio Mori, Le Scienze quaderni n.100,
febbraio 1998.
2) Dichiarazione sull'aborto procurato, Congregazione per la dottrina della
fede (1974).
3) Il rispetto della vita umana nascente e la dignità della procreazione,
Congregazione per la dottrina della fede (1987).